Macomer | Pleiadi: stelle dal canestro al grande schermo

di Luca Contini

Immagini e interviste che si susseguono accompagnate dalla musica e dai titoli dei capitoli di una storia di basket al femminile che assume a tutti gli effetti la dimensione di un racconto se non di una vera e propria favola sportiva. Gli elementi della favola, in effetti, ce li ha quasi tutti il docu-film “Pleiadi. Stelle a canestro” prodotto dal Centro Servizi culturali di Macomer nell’ambito di un ampio progetto denominato Storie di Sport che si ripromette di raccontare la storia della città di Macomer attraverso il filo rosso delle sue vicende sportive, spesso fuori dal comune. Un titolo evocativo, personaggi che sfidano i luoghi comuni, un lieto fine fatto di grandi successi e la capacità di fare entrare quella storia nell’immaginario collettivo di un’intera comunità. Sono questi gli elementi che rendono credibile e riuscito il racconto delle famose Pleiadi di Macomer. Il film, proiettato per la prima volta nei giorni scorsi, racconta la straordinaria vicenda di una squadra di basket femminile che, circa 50 anni fa, iniziò i suoi primi passi grazie all’iniziativa delle Suore di Maria Ausiliatrice che ne promossero la nascita per poi seguirne negli anni l’incredibile ascesa agonistica. Suor Maria Novella Gigli che a Roma aveva conosciuto la potenza dello sport e del basket in particolare come strumento di crescita umana, trasferitasi nel Marghine, fu la promotrice di questa avventura in un periodo da veri e propri pionieri nel quale, lo sport femminile, era esperienza per pochissime privilegiate. A rendere possibile l’impresa di far nascere nel Centro Sardegna una squadra sportiva femminile, l’incontro con Giorgio Pani, insegnante di educazione fisica e baskettaro appassionato che avrebbe voluto sperimentare sul campo, allenando, le competenze acquisite come tecnico in ambito accademico. Quell’incontro funzionò alla perfezione e il tentativo andò a buon fine scrivendo una pagina di sport che, nel suo piccolo, ha del leggendario. Il nome di Pleiadi, dovuto alla seconda passione del coach che era l’astronomia, d’altronde, sembrava far nascere quell’esperienza sotto una buona stella. Nacque un gruppo di atlete che macinò risultati sportivi straordinari e si susseguirono negli anni, generazioni di bambine prima e di ragazze poi che contribuirono a scrivere pagine imperdibili di quella squadra che arrivò al basket che conta partecipando a tre campionati di serie B e perfino a una Poule di A2. Quasi tutte presenti alla presentazione del docu-film, le atlete che vissero la fase più importante di quella stagione sportiva hanno tuttavia raccontato nelle loro interviste anche qualcos’altro. La voglia di vedersi per lavorare duramente in palestra le accomunava tutte, ma in più c’era la voglia condivisa di stare sempre insieme e la Casa delle Figlie di Maria Ausiliatrice, divenne la loro casa in cui passare intere giornate: un gruppo divenne ben presto una famiglia. A vederle dopo tanti anni raccontarsi sullo schermo e poi sul palco del Centro servizi culturali, quelle ragazze ormai donne, quel senso di famiglia lo hanno conservato anche dopo tutto questo tempo. Il vero miracolo di quell’esperienza sportiva sembra proprio questo. “L’idea del progetto Storie di sport – ha sottolineato il direttore del Centro Giancarlo Zoccheddu nel presentare il lavoro al pubblico – è nata in pena pandemia quando le restrizioni imposte dal rischio del contagio ci hanno fatto riscoprire l’importanza e la forza dello sport e la sua capacità di essere una metafora della vita. Abbiamo quindi deciso di raccontare il territorio dove viviamo e operiamo proprio a partire dalle storie di sport che, per questo loro carattere, dicono molto di ciò che siamo stati e di quello che potremmo essere”. Una scelta felice che nel primo racconto, dedicato alle Pleiadi, coglie nel segno ridando voce a un’esperienza unica nel panorama regionale, un’alchimia perfetta che ci dice qualcosa su di noi.

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